mosso creativo

Le foto mosse sono sbagliate, il mosso creativo no. Perché?

Il concetto di mosso porta con sé una connotazione negativa in quanto la prima regola della fotografia richiede di tenere la macchina fotografica ben salda se si vogliono ottenere buoni risultati.

La fotografia mossa invece è considerata il genere fotografico capace di raffigurare in immagini l’evoluzione di un soggetto.

Così, aggiungendo al “mosso” un altro aggettivo, “creativo”, si distinguono le foto mosse creative che hanno merito dalle foto mosse sbagliate che non ne hanno.

Infatti gli appassionati di fotografia considerano “il mosso” sinonimo di mosso creativo ovvero di fotografia mossa creativa, insomma di mosso intenzionale.

Le declinazioni del mosso creativo

Bisogna riconoscere che in fotografia non esiste un solo mosso ma alcune sue declinazioni.

Certi fotografi preferiscono dare risalto al movimento di un gesto, altri all’emozione complessiva del soggetto e altri ancora a una combinazione tra i due. E la cosa si complica.

Sergio Giusti nel suo saggio, “Il gesto e la traccia – Interazioni a posa lunga” Postmedia, evidenzia la complessità della trattazione:

“Luce scarsa, una stanza in penombra o una notte illuminata da lampioni. Una figura in posa, un obiettivo aperto per un tempo lungo. Oppure una figura in velocità, più veloce dell’otturatore, o una macchina fotografica malferma. Tutti conosciamo il risultato; in italiano lo chiamiamo mosso, per distinguerlo dalle sfocature ottiche. Gli inglesi dicono sempre blur, salvo a volte aggiungere motion, per operare la stessa distinzione.” 

fotografi del movimento Giacomo Bucci

Le origini del mosso

Il movimento in fotografia ha origini e definizioni molto nobili.

Già a fine Ottocento Marey e Muybridge sperimentavano con una serie di riprese fotografiche discontinue la rappresentazione del movimento di un soggetto.

Ma il primo ad attribuire valore artistico alla fotografia mossa è stato nel 1913 Anton Giulio Bragaglia con il suo Fotodinamismo futurista dove sostiene che la Fotografia movimentista ha lo scopo di rappresentare la “sensazione dinamica” del movimento di un soggetto.

Il grande valore storico, intellettuale ed artistico della Fotografia movimentista accresce e nobilita quindi il significato che oggi diamo al concetto di mosso creativo o foto in movimento. Oppure, come dicono gli inglesi, intentional camera movement.

mosso artistico in fotografia Giacomo Bucci

Le regole del mosso creativo

Per ottenere una foto mossa creativa è necessario conoscere la programmazione del mosso così come è necessario conoscere l’uso dei colori, del pennello e del gesto della mano per dipingere un quadro.

Le regole del mosso creativo aiutano il fotografo movimentista a prefigurarsi nella mente tutti i movimenti del soggetto e della fotocamera che avverranno durante lo scatto in modo da lasciare al caso, seppur previsto, la minima discrezionalità.

Già nel giugno del 1973 Ando Gilardi sulla rivista PHOTO 13, raccogliendo le confessioni di un fotografo movimentista scriveva: “Giacomo Bucci, lungo questa ricerca, ha scoperto alcune leggi della programmazione del mosso. Siccome è uno che non crede solo alla tecnica ma anche, soprattutto, nella sua fantasia creativa, fa una cosa assai rara nel nostro mestiere: le comunica al popolo che fotografa.

Le elenchiamo:

Alcune leggi della programmazione del mosso

a) I tempi buoni sono quelli che vanno da 1 sec. a 1/8 di sec. La luce buona è quella del crepuscolo che consente fra l’altro anche grandi aperture senza sovresporre. [..].

b) Il movimento [..]. Può essere continuato o limitato da parte della posa. Il periodo fermo può essere iniziale o finale. Gli effetti sono completamente diversi: [..].

c) Con il tele si corre di più per percorrere uno spazio minore. Le sbavature risultano così più coprenti il fotogramma. Cioè più importanti, più “ingrandite” insomma, ed è anche logico. Con il grandangolo, al contrario, si corre di meno. Ciò significa che si possono meglio usare i tempi più lunghi per mossi più corti e arzigogolati. E’ più difficile programmare con un grandangolo che con un tele, ma il primo permette un maggior numero di soluzioni.

Luci e Ombre

d) Guardando in mira si può prefigurare dove andranno a finire le luci strisciate dal mosso. Bisogna che vadano a finire – durante e al termine del movimento dell’apparecchio – dove prima stava una zona del soggetto più scura: è lì che troveranno nella pellicola abbastanza “verginità” per registrarsi!

e) Soggetti dove coabitano luci intense e piccine o ombre dense e grandi sono i migliori: le prime, muovendo la macchina, si possono inscrivere nelle seconde.

f) La notte luminosa (notte di città, di fiera, di lampioni) è la grande amica dei mossi programmati: per ragioni evidenti. Nessuno impedisce che un movimento di un secondo per graffiare [..] con le luci, continui in una posa su cavalletto di mezzo minuto per registrare la globalità del soggetto molto scuro, specialmente se con il movimento abbiamo alla fine portato le luci fuori campo!”

Le tipologie di mosso creativo

Quali sono gli accorgimenti per ottenere fotografie mosse creative? Ogni bravo fotografo di mosso conserva per sé la tecnica e i trucchi del mestiere. Restano però alcuni punti fermi da svelare.

Alla base di ogni foto mossa o, come dicono gli inglesi, motion blur c’è sempre un tempo di esposizione lungo, ma è il corretto abbinamento tra il tipo di mosso e il tipo di soggetto che risulta determinante per il successo di una fotografia mossa creativa.

La scelta del tipo di mosso è condizionata infatti dal soggetto e viceversa, ovvero per ciascun tipo di mosso esistono i soggetti ideali.

fotografie mosse Giacomo Bucci
I tipi di mosso creativo sono tre, anzi quattro:
  • il soggetto in movimento con la fotocamera statica fa risaltare la traccia di luci in movimento o la dinamica di un gesto. Tipico esempio la Fotodinamica bragagliana.
  • la fotocamera in movimento che segue il movimento del soggetto, chiamato anche panning, si usa soprattutto per far risaltare auto nitide in velocità lasciando lo sfondo mosso.
  • il soggetto statico e la fotocamera in movimento si usa per ottenere un effetto pittorico complessivo della scena.
  • alcune combinazioni tra i tipi di mosso precedenti sono la scelta più ardita per chi vuole raffigurare non solo il moto degli oggetti ma trasmettere anche l’emozione di una realtà fantastica.
mosso intenzionale

Il mosso artistico in fotografia

La progettualità tecnica è necessaria per ottenere foto mosse creative, ma non è sufficiente per conferire loro valore artistico; serve anche la fantasia e l’intuizione del fotografo movimentista.

E’ l’intensità di interpretazione personale che dà significato al movimento di un gesto o mette in risalto un soggetto all’interno di un’intera inquadratura.

Se la trasformazione della realtà di una foto mossa riesce a trasmettere emozioni a chi la osserva allora siamo in presenza di una foto mossa artistica, ovvero un mosso creativo e artistico.

Così entriamo con la fotografia movimentista nel mondo dell’arte.

mosso creativo Giacomo Bucci

I maestri fotografi del mosso artistico

Alla scoperta di nuove esperienze creative alcuni fotografi contemporanei utilizzano le tecnologie digitali grafico pittoriche in post-produzione. Percorrono così in senso inverso il viaggio che hanno intrapreso nel ‘900 i pittori che attingevano ispirazione dalla fotografia per esplorare nuove espressioni della pittura.

Di seguito sono citati i grandi maestri e giovani fotografi impegnati nella ricerca pura del mosso artistico ovvero chi ha prodotto fotografie mosse con il solo scatto della fotocamera, analogica o digitale, senza ricorrere a manipolazioni ottiche in fase di ripresa o pittoriche in fase di post-produzione. Con preghiera di avvisarci se ce ne siamo dimenticati alcuni.

Commenti

Bellissima spiegazione del mosso creativo che mi attrae da tempo.. spero di far tesoro di questi consigli per esprimere emozioni nel mosso che farò!

Sabina Federigi

“mosso creativo” ovvero come trovare la propria anima nel tempo di esposizione dello scatto, usando l’obiettivo come un pennello e la tavolozza dei colori sospesa tra il soggetto da fotografare e la mente del fotografo che immagina il risultato.

Tutto questo produce in me emozioni contrastanti che vanno dall’inquietudine, quando il soggetto raffigurato è una persona umana in primo piano, ad una sensazione diametralmente opposta quando l’obiettivo cattura un paesaggio o un generico ambiente esterno.

Questa pagina apre a chi la legge un mondo nuovo (almeno per me) fornendo in modalità sintetica ma chiara delle basi utili per approfondire poi meglio il fenomeno. Scorrendo velocemente alcuni degli autori si apre un mondo, che certamente va approfondito.

Mimmo Donati, Dirigente

Bisogna saper distinguere il mosso creativo dalle fotografie “normali”. Per me è importante il punto di ancoraggio. Qualsiasi punto .. ma è il riconoscere il punto di ancoraggio. Mosso dettato dal movimento dalla fotocamera, a ben vedere, non mi dice niente.

Maurizio Bozzi