Se l’arte astratta non rappresenta la realtà e la fotografia rileva fedelmente il mondo che la circonda, come fa una foto ad essere astratta?
Ecco come fa: non rifugge la realtà ma la trasforma in un’altra realtà immaginaria, surreale, metafisica.
Scopriamo allora alcune declinazioni della fotografia astratta alla ricerca, se esiste, di un denominatore comune.
La principale distinzione riguarda la totalità o la parzialità dell’astrazione.
La fotografia totalmente astratta non consente di risalire con chiarezza al soggetto fotografato. Così l’osservatore è invitato a scoprire i contenuti di un mondo estetico e immaginario.
Invece la fotografia parzialmente astratta lascia trasparire elementi utili a coglierne il significato surreale e metafisico.
Le trame materiche e i colori
Accostamenti di colore per analogia o per contrasto sono tipici dell’arte astratta.
Sapientemente composti, sono capaci infatti di evocare altro rispetto alle loro geometrie.
Anche la figura umana viene spesso trasfigurata da trame che distraggono l’osservatore e lo conducono altrove.
Le forme della fotografia astratta
Talvolta una ripresa non convenzionale dei piani e delle forme può rendere astratta una foto.
In questi casi l’immagine stimola la ricerca di un significato alternativo all’evidenza.
Si svela così una realtà immaginaria oltre a quella rivelata.
I generi fotografici
E’ giunto il momento di scoprire le astrazioni che influenzano molti generi fotografici.
Vediamone alcuni.
Un denominatore comune
All’inizio del nostro percorso ci eravamo proposti di cercare un denominatore comune per la fotografia astratta.
Poi abbiamo visto come l’astrazione si può trovare in molti se non in tutti i generi fotografici.
Per ogni fotografia allora si potrebbe pensare: se non si capisce vuol dire che è una foto astratta. Ma non è così.
Per giudicare se una fotografia è o non è astratta bisogna farsi un’altra domanda.
Riesco a percepire un significato oltre l’apparenza?
Forse però il vero denominatore comune è un altro, si chiama STUPORE.
Altro denominatore comune
Analogamente possiamo spingerci a considerare, oltre l’aspetto emotivo, anche quello tecnico.
E’ curioso quindi osservare che le foto presenti in questa pagina, scattate tra il 1970 e il 2020, sono tutte fotografie movimentiste.
Ciascuna di loro è stata prodotta infatti con la tecnica del mosso creativo puro.
Cioè fotografie eseguite con un solo scatto dell’otturatore senza manipolazioni di post produzione.
Non è la prova che la fotografia movimentista possiede una notevole capacità di astrarre?
Per caso è anche questo un altro denominatore comune? Chi lo sa?
Cos’è la fotografia astratta
Infine possiamo concludere che, per la complessità della materia, definire l’astrazione in fotografia è cosa ardua.
Infatti non è sufficiente riconoscere una realtà immaginaria diversa da quella fotografata.
La foto deve anche suggerire la soluzione all’enigma.
Quantomeno deve saper condurre alla ricerca del significato che ha voluto esprimere il fotografo.
Ma la vera fotografia astratta propone in ogni caso la magia di una suggestione.
Così ogni osservatore è libero di scoprire la sua personale emozione.