Il codice binario è quella sequenza di numeri “zero e uno” registrata su file elettronico che in fotografia identifica un’immagine digitale.

Il vero “originale” della fotografia digitale è quindi un file elettronico che contiene un codice fatto di numeri “0 e 1”.

codice binario

Grazie a questo codice univoco e finito l’immagine può essere rappresentata sempre uguale a se stessa.

Il codice binario contiene infatti tutte le informazioni raccolte dal processo fotografico digitale generato con lo scatto.


Il file originale in fotografia

Ogni file elettronico risiede in un dispositivo fisico, anche una chiavetta, che contiene il codice binario.

Il file elettronico originale può a sua volta essere “copiato” per generare altri file “originali” con codici binari uguali al primo. Allora questi file copiati sono tutti originali o sono copie?

codice binario in fotografia

Il file copiato

Il file elettronico originale, che inizialmente risiede nella fotocamera digitale, può essere “copiato” e “salvato” su altri dispositivi fisici, come un PC.

Quindi non ha molto senso chiedersi se i file elettronici sono originali o sono copie. Piuttosto conviene farsi altre domande. Vediamo quali.



Il codice binario nativo

Il codice binario “nativo” di una fotografia digitale è solo quello “originale” generato dalla fotocamera digitale.

Ma nativo e originale non significa “unico“. Infatti possono essere copiati numerosi file elettronici contenenti lo “stesso” codice.

Tuttavia nel processo di copia di un file si possono dare istruzioni al programma di ridurre la qualità dell’immagine.

In questo caso il codice registrato nella copia contiene minori informazioni di quello nativo, quindi non è l’originale.

Ecco perché è importante sapere se un certo file elettronico contiene esattamente il codice nativo dell’opera fotografica.

Il codice binario diverso

Il file elettronico contenete un codice “ridotto” rispetto a quello nativo viene considerato, a ragione, una copia di minor valore. Se ne ricava infatti un’immagine meno definita.

Di fatto però anche questa “copia“, che ha un codice binario “diverso” dall’originale, identifica la medesima immagine, seppur con minor qualità.

Tuttavia se si usa un programma di fotoritocco per modificare l’immagine di una fotografia digitale il codice risultante è “diverso“, perfino “aumentato“, rispetto a quello nativo.

A questo punto siamo di fronte ad un nuovo file elettronico che non ha più il codice nativo prodotto dalla fotocamera digitale.

Allora la fotografia originale non esiste più, è stata manipolata per diventare un altro prodotto grafico.


Il codice binario si vede?

Il codice binario è racchiuso in un dispositivo elettronico che lo contiene e non si vede.

Anche solo per rappresentarlo in termini di sequenza numerica serve un programma elettronico di conversione.

Ma non si vede ancora niente. Nel senso che leggendo una sequenza di numeri “zero e uno” la mente umana non è in grado di prefigurarsi alcuna immagine.

Soltanto i musicisti, a volte, riescono ad immaginare la musica leggendo le note sullo spartito, che però è un codice grafico.

L’immagine ergonomica

Il blocco di numeri “0 e 1” del codice binario identifica una precisa immagine digitale. Per “vederla” però ci vuole un processo che la rappresenti in termini ergonomici.

Perciò bisogna disporre di un programma elettronico che converta il codice binario in una stampa digitale su carta, oppure in una immagine digitale su video o su Web.

Ecco come la fotografia digitale ha modificato il concetto di originale e di copia, di negativo e di stampa, di matrice e di riproduzione tanto dibattuto nel ‘900.