Da giovane mi interessava fotografare la bellezza femminile ed era facile trovare un’amica che si prestasse alla mia ricerca fotografica. In più, le fanciulle degli anni ’70 desideravano apparire e non vedevano l’ora di posare per una foto da copertina. Quindi ci sono andato a nozze. E a nozze ci sono andato davvero, con mia moglie. Infatti ho ripreso anche lei, ma sempre rigorosamente mossa.

Anche qui le disillusioni non sono mancate quando raccoglievo gli sguardi perplessi delle fanciulle che, visionando le proprie immagini, soggiungevano: “Non si capisce bene, queste foto sono troppo mosse!”.

Sapevo che alla moda non erano gradite le fotografie mosse. Per vendere i capi di abbigliamento le immagini devono essere nitide. Purtroppo però le mie foto non interessavano neanche alle fanciulle che riprendevo. Allora il mio progetto era proprio inutile? Forse la mia ricerca artistica non interessa a nessuno?

Ringrazio comunque tutte le care amiche che davanti alla mia Nikon F si chiesero che strano fotografo fossi io che non riuscivo a star fermo con la macchina fotografica. Almeno alcune di queste si sono potute rivedere alla galleria Il Diaframma di Brera.

Giacomo Bucci
Milano
1971

Portfolio

Raccolte del Duemila

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Commenti

Ora penso di capire cosa provi quando scatti le tue fotografie .. le liberi dalla staticità e gli dai vita e movimento.
Per movimento non intendo dire che sono mosse, ma che nonostante non si veda in modo nitido la persona o l’oggetto impresso nella foto, capisci esattamente cosa succede in quell’istante e la foto diventa viva e ti racconta una storia ..comunicare con le immagini, una fotografia “normale” non ha questo potere.
Trovo queste foto estremamente attuali senza tempo.
Ti ringrazio per avermi fatto vedere la fotografia in modo diverso.

Alessandra Bocchia, Stilista