Londra negli anni settanta era un crogiolo di idee per le giovani avanguardie artistiche che amavano la sperimentazione. Era quindi il posto giusto per confrontarsi con chi non aveva pregiudizi sulla validità delle nuove tecniche di produzione dell’immagine fotografica.

La speranza però che la presentazione del mio portfolio a Vogue England e ad alcune agenzie di pubblicità londinesi raggiungesse il successo sperato svanì subito con le loro cortesi sentenze: “sono foto belle ma non possono essere utilizzate perché sono troppo mosse“.

Tuttavia la mia prima permanenza a Londra non doveva finire così. Non potevo farmi sopraffare dalla delusione. Allora, quasi per reazione, decisi di perdermi nella city fotografando la vita londinese di tutti i giorni. Ma come la vedevo io, mossa.

Finalmente, forse per resilienza, arrivò una sorpresa. La visione onirica di queste foto interessò il direttore di Photo Thecnique che decise di dedicarmi la copertina e il portfolio interno della sua rivista. Il mio primo successo londinese fu dedicato alla mia cara amica Cristina Robinson dell’Italian Institute of Culture che mi sostenne nell’intervista.

Ma non era finita. La fortunata pubblicazione di Photo Thecnique mi aprì le porte della più importante galleria di fotografia del momento, The Photographers’ Gallery. Wow! Toccavo il cielo con un dito!

Giacomo Bucci
Londra
1972

Portfolio

Raccolte del Duemila

Raccolte del Novecento

Commenti

Si avverte che Londra è stata amata. Da questi scatti si intuisce la sua magia, si percepiscono la bellezza i suoi colori e la sua poesia. Merito dell’artista, della sua visione, della sua passione.

Luciano Franceschetto

Una città che mi manca di visitare, poi con la pandemia è andato tutto a catafascio in quanto a programmare mete, ma forse un giorno .. !! Bellissima questa tua raccolta, divertente, colorata e grazie al movimento direi anche onirica in taluni scatti.

Gianni Zigante, Fotografo

Ho ripercorso attraverso il suo sito delle nozioni importanti sul fotodinamismo di cui, alla fine del mio percorso di studi ho gradualmente apprezzato il valore trascendente verso un orizzonte di memoria perpetua; tuttavia trovo che il passaggio da questo valore alla sua percezione sensibile possa avvenire solo grazie ad un medium e le sue foto, questo hanno realizzato.
Sono entrata in “Londra” e ho visto che ero arrivata a Earl’s Court, scesa dalla metro mi sono educatamente impilata sulle scale mobili, fuori un freddo grigio pungente, pochi passi e sarei arrivata. Ma la quiete che vibra nei suoi giardini mi ha riportato ad un giorno di sole a Central Park, un giorno di Dicembre cristallino, di assoluta normalità e meraviglia per quei colori che l’autunno, oramai stanco, ci regalava ancora.
Ed ho sentito di essere in una mia dodicesima stanza, ho sentito le foglie scricchiolare, le voci ammassate della gente, ho sentito freddo sulla pelle, ma ero quasi arrivata a casa.

Eleonora Giorgini